“Donna al volante, pericolo costante” è uno dei detti più comuni in Italia e certamente uno dei preferiti dalla popolazione maschile, ma – oltre a non essere più divertente – è anche falso.
Dati alla mano, è giunto il momento di mettere a tacere questo pregiudizio stantio agli occhi di tutti, uomini e donne.
Donne al volante: il pregiudizio culturale
Nella percezione collettiva, purtroppo, la guida è ancora un’attività prevalentemente associata all’universo maschile e non bastano tutti gli esempi di donne pilota, meccanico, ingegnere ed executive del settore automotive a sconfiggere questo stereotipo.
Tuttavia, spesso i pregiudizi di genere sono il riflesso di costrutti culturali radicati che non fanno altro che alimentare la disparità stessa in quanto influenzano educazione, opportunità e percorsi di vita.
Infatti, secondo le statistiche, quasi la metà delle donne si trova a guidare solo sporadicamente dopo aver conseguito la patente, preferendo occupare il posto del passeggero. Questo perchè siamo culturalmente abituati a dare per scontato che in una coppia sia l’uomo a occupare il posto del conducente e così una nozione appresa attraverso l’educazione, influenzando il nostro comportamento, è diventata un dato di fatto.
Uomini e donne alla guida: esistono davvero differenze?
Ma, al di là dei costrutti culturali, ci sono davvero differenze nella predisposizione alla guida tra uomo e donna?
Uno studio svolto da Hyundai su un campione di 1000 guidatori ha rilevato che le donne manifestavano in percentuale maggiore stress emotivo al volante (12% in più rispetto agli uomini).
Inoltre, anche l’attività ormonale influenza le modalità di azione: mentre l’estrogeno predispone le donne ad una maggiore attenzione all’ambiente che le circonda, il testosterone porta gli uomini a comportamenti più impulsivi e – di conseguenza – rischiosi.
Infine, un fattore da considerare è anche la maggior esperienza di guida che generalmente gli uomini hanno rispetto alle donne, proprio perchè culturalmente spinti a un rapporto più intenso con l’automobile dove le capacità di guida diventano sinonimo di virilità.
Dunque, presa coscienza di queste differenze di natura biologica e culturale, possiamo davvero identificare un’influenza significativa sulle capacità di guida? Spoiler: NO!
La verità sulle differenze di guida tra uomo e donna
Come sempre, lasciamo che siano i dati a parlare: in particolare, quelli sull’incidentalità.
Una ricerca del Vias Institute ha rilevato che le donne sono meno frequentemente coinvolte in incidenti stradali rispetto agli uomini e, oltre ad avere meno spesso torto se coinvolte in sinistri, comportano la metà del tasso di mortalità rispetto agli uomini. Se non sei convinto, abbiamo anche i numeri: dal 2011 al 2016, il 26% dei sinistri è stato causato da donne, contro il 74% causato da uomini.
Anche se basterebbero questi dati per zittire i fan di “donna al volante…”, non ci possiamo ritenere soddisfatti. Dunque, parliamo di infrazioni e comportamenti irresponsabili: 2 su 3 automobilisti multati sono uomini che, non contenti, sono anche quelli più inclini all’abuso di alcol alla guida con una probabilità di 4 volte superiore rispetto al genere femminile.
Tuttavia, se pensi che questi dati non siano ancora sufficienti a perorare la nostra causa, siamo pronti per il colpo di grazia. Qui entrano in gioco i dati forniti dalle compagnie assicurative che prediligono le clienti donne in quanto meno inclini a provocare sinistri. In particolare, in Italia gli automobilisti uomini provocano il 15% in più degli incidenti stradali.
Conclusioni
Arrivati a questo punto ci sembra tutto abbastanza chiaro, ma per non non dover sentire anche i più convinti detrattori della donna al volante, traiamo le conclusioni.
Esistono differenze tra uomini e donne, però, non possono essere prese come riferimento per dare un giudizio oggettivo sulle capacità di guida. Sicuramente ciascuno di noi conosce qualcuno che rappresenta l’eccezione alla “regola”.
Anzi, a fare i pignoli (e a noi piace molto) le caratteristiche biologiche che contraddistinguono genere maschile e femminile suggeriscono che gli uomini sono più portati a comportamenti impulsivi e rischiosi come le velocità elevate, mentre le donne preferiscono uno stile di guida più cauto e prudente. Allora ci domandiamo: dobbiamo forse rivedere i parametri con cui giudichiamo un buon guidatore?
Forse, dal momento che la strada non è un circuito automobilistico e che la sicurezza dei suoi utenti dovrebbe essere la priorità di tutti, uno stile di guida più prudente, anche se meno sciolto, è più apprezzabile.
D’altronde, i dati parlano chiaro, gli uomini provocano più incidenti delle donne. E allora, cari uomini che ancora siete convinti della vostra impeccabile guida sportiva, dovreste chiedervi se la vostra capacità di controllo dell’auto è reale o percepita. Chissà che mettersi in discussione non salvi una vita.